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Si scrive “Rent To Buy”, si legge “Vantaggi”. Ecco cosa occorre sapere

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Il “Rent To Buy” non è uno strumento finanziario, ma un’innovativa modalità di compravendita immobiliare originaria dei paesi anglosassoni, introdotta nel settembre 2014 con il decreto Sblocca Italia (Dl 133/14, art.23). Rappresenta la soluzione ideale per abbattere la soglia di liquidità necessaria per acquistare casa, evitando il ricorso ad un mutuo al 100%, assai costoso e di difficile ottenimento. Si applica a qualsiasi tipologia di immobile: ad uso residenziale, ad uso commerciale, ad uso artigianale/industriale nonché ad uso alberghiero.

Che cos’è e come funziona?

L’inquilino – futuro proprietario – versando al venditore (costruttore o privato che sia), un acconto che solitamente ammonta al 6% del prezzo di compravendita, da intendersi pattuito oggi e bloccato per 3 anni.

Durante la fase preparatoria l’inquilino – futuro proprietario – versa poi mensilmente al venditore un importo equivalente ad un normale affitto, il quale viene però solo per metà considerato canone di locazione a fondo perduto: l’altra metà viene invece “salvata” e va a creare un deposito in conto futuro acquisto che, sommato all’acconto iniziale, porterà l’accantonamento totale, al termine del programma, al 15% del prezzo concordato.

Al momento del rogito resterà così da saldare, con un mutuo liberamente scelto dall’acquirente, solamente il restante 85% del prezzo.

Oltre a creare un importantissimo accantonamento grazie al 50% dell’affitto “salvato” come acconto sul prezzo – 1º vantaggio finanziario – il RENT TO BUY consente anche di creare uno “storico creditizio” per l’acquirente, il quale sarà in grado di dimostrare alla Banca che ha puntualmente versato, per 3 anni, un importo mensile, per il RENT TO BUY, simile alla rata del mutuo richiesto.